Il settore dei trasporti è responsabile del 90% del commercio globale e, secondo le stime attuali, è responsabile anche del 3% delle emissioni di gas serra a livello mondiale – circa 710 milioni di tonnellate all’anno 1. La Commissione Europea stima che, senza interventi, questo dato potrebbe crescere fino al 10-13% entro pochi decenni 2.
Di conseguenza, negli ultimi anni, il settore trasporti ha subito pressioni per affrontare questo problema, studiando modi per ridurre le emissioni. Questo articolo esplora come il settore sta affrontando la transizione verso il net-zero, le preoccupazioni in ambito sottoscrittivo provocate dalla transizione e cosa offrono i team Marine di Chubb per supportare i propri clienti in questo periodo.
Il trasporto marittimo, come molti altri settori, ha dovuto affrontare una miriade di sfide nella transizione verso un'economia a emissioni zero. Ciò è dovuto a una serie di fattori. Ad esempio, la natura internazionale dei trasporti e la sua vastità rendono difficile per il settore apportare cambiamenti di decarbonizzazione uniformi e su vasta scala. Inoltre, le compagnie di navigazione hanno molti interessi con cui confrontarsi, come lo Stato di bandiera, il Paese di domicilio, vari organismi di regolamentazione, noleggiatori e spesso una struttura complessa di beneficiari effettivi e stakeholder. Qualora una compagnia di navigazione decidesse di implementare modifiche significative alla propria flotta per ridurre le emissioni di carbonio, la mancanza di infrastrutture di supporto in tutto il mondo – quali strutture di bunkeraggio per i vettori che utilizzano combustibili alternativi o l’accesso a cantieri navali specializzati – potrebbe inizialmente rendere difficile la transizione verso alcuni dei nuovi carburanti in esame. Inevitabilmente, la ricerca, lo sviluppo e l’implementazione di nuove tecnologie che rispondano alle esigenze della transizione energetica saranno intrapresi e introdotti a un ritmo diverso in tutto il settore.
Sebbene questo settore debba affrontare complesse sfide tecniche e operative per raggiungere il net-zero, nel luglio 2023 l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha fissato alcuni obiettivi volti a portare le emissioni di gas serra a zero entro (o intorno) il 2050, con risultati progressivi al 2030 e al 2040. Questi obiettivi hanno incoraggiato molte compagnie di navigazione a impegnarsi sempre più nelle tecnologie che riducono le emissioni di carbonio e ad apportare miglioramenti al consumo di carburante. Sebbene i progressi siano ancora agli inizi, ricerca e sviluppo e le conseguenti decisioni di investimento su carburanti alternativi stanno sicuramente iniziando ad aumentare, dove un ruolo rilevante è svolto dalle principali società di classificazione del settore.
Esistono diversi tipi di carburante, miglioramenti tecnologici o metodi operativi che potrebbero ridurre le emissioni di carbonio prodotte dalle navi o migliorarne l’efficienza. Molte aziende si stanno sempre più impegnando nella ricerca e sviluppo e iniziano a commissionare nuove unità con tipologie di combustibile alternative. Dopo che alcuni importanti armatori hanno effettuato ordini significativi negli ultimi sei mesi, sta ora emergendo un consenso su quali potrebbero essere le tecnologie di propulsione adottate dal settore.
Secondo la Shipbuilding Review 2023 di Clarkson 3, le navi alimentate a combustibili alternativi rappresentano il 45% degli ordini di acquisto del 2023. Clarkson stima, inoltre, che il 31% delle navi attualmente in servizio avrà un Indicatore di Intensità di Carbonio (CII) di classe D o E 4, cosa che rappresenta in parte la portata della transizione richiesta nel settore.
Sebbene metanolo, ammoniaca e gas naturale liquefatto (GNL) siano i tre tipi più popolari di propulsione a combustibile alternativo ordinati nel 2023 secondo DNV, inevitabilmente l’industria utilizzerà un mix di combustibili alternativi che include anche biomassa, idrogeno ed eolico. Ciascuno di essi richiede specifiche condizioni di rifornimento, stoccaggio e utilizzo, che in molti casi sono considerevolmente diverse da quelle degli altri combustibili alternativi e dei combustibili tradizionali per uso marittimo. Di conseguenza, ogni tipo di carburante richiederà competenze uniche e misure di controllo delle perdite per consentire un’implementazione e una gestione efficaci. La tossicità dell'ammoniaca, la scarsa densità energetica dell'idrogeno o la natura altamente infiammabile del metanolo sono alcune delle nuove sfide affrontate da architetti navali, ingegneri marini, enti di classificazione, regolatori, operatori navali e assicuratori. Con relativamente poca esperienza del settore nella gestione di molti dei combustibili per uso marittimo in questione, una sfida che numerosi armatori si trovano ad affrontare è quella di formare i propri equipaggi all’uso di questi nuovi combustibili per garantire un’attività sicura ed efficace. Soprattutto in un momento in cui non c’è ancora chiarezza su quali tipi di carburante verranno selezionati per l'uso a lungo termine. Altre innovazioni e modifiche tecniche e operative incrementali che sono prese in considerazione per migliorare l’efficienza dei carburanti navali includono: migliore pianificazione delle rotte in base alle condizioni meteorologiche, modifiche alla forma dello scafo, migliorie al flusso dell’elica, sistemi di lubrificazione ad aria per lo scafo, miglioramenti ai rivestimenti dello scafo per ridurre l’attrito con l’acqua.
L'esigenza di ridurre le emissioni di carbonio nel settore marittimo ha inevitabilmente riacceso il dibattito sulla propulsione nucleare per le navi da trasporto commerciale. Attualmente esistono oltre 160 vettori, principalmente marittimi, alimentati da reattori nucleari e, sebbene la tecnologia sia in gran parte ben collaudata, permangono preoccupazioni in merito alla regolamentazione, alla sicurezza, ai porti di rifugio, alla risposta per il salvataggio e alla fornitura di assicurazioni per le navi a propulsione nucleare.
La ricerca da parte del settore marittimo di una riduzione delle emissioni di carbonio potrebbe incoraggiare un continuo aumento della dimensione media delle navi in alcuni settori, come abbiamo potuto osservare negli ultimi due decenni. Le difficoltà, spesso dibattute, associate al salvataggio e alla gestione degli incidenti agli asset più importanti – che rappresentano una preoccupazione crescente per gli underwriter del ramo trasporti – potrebbero quindi diventare più pesanti.
Con i parametri prescritti ora disponibili, come i rating CII delle navi, gli underwriter sono in grado di monitorare i progressi all’interno del proprio portafoglio nel percorso verso l’obiettivo net-zero. Pertanto, gli assicuratori stanno diventando sempre più parte integrante della transizione verso il trasporto a emissioni zero, fornendo supporto ai clienti che stanno affrontando le disposizioni ora in vigore.
Tuttavia, qualsiasi cambiamento nel profilo di rischio che si verifica a seguito dell’introduzione di nuove tecnologie, comprese quelle che affrontano considerazioni ambientali obbligatorie, fa sorgere un nuovo scenario di rischio, nuovo sia per le compagnie di navigazione sia per gli assicuratori. Molte delle sfide discusse in questo articolo potrebbero avere un potenziale impatto sui costi dei sinistri.
In Chubb, coerentemente con il nostro consolidato approccio basato sul rischio, lavoreremo con clienti e intermediari per supportare la transizione verso una navigazione a emissioni zero. Ciò include la comprensione di eventuali esposizioni associate a tecnologie prototipali e nuove, nonché l’implementazione di specifiche misure di gestione del rischio in collaborazione con i clienti, se opportuno. Tale approccio non si limita al settore del trasporto marittimo ed è un esempio del nostro impegno per supportare il progresso del cambiamento climatico in tutti i settori e nelle comunità, in tutto il mondo.
Il nostro team Marine sta inoltre affrontando le esigenze assicurative più immediate derivanti dalla transizione energetica globale, in particolare la crescente domanda di produzione di veicoli elettrici. Nello specifico, Chubb ha sviluppato un prodotto cargo su misura per il trasporto delle batterie agli ioni di litio, utilizzando un questionario di polizza dedicato e una gestione interna del rischio. Maggiori informazioni sul consorzio Lloyd’s per le batterie al litio sono disponibili qui.
Anche se in un arco temporale di oltre due decenni, il trasporto marittimo e gli assicuratori saranno testimoni dell’introduzione di nuove tecnologie più diffusa e completa da molti anni a questa parte. La transizione verso la riduzione delle emissioni derivanti dal trasporto marittimo è iniziata e sta cominciando ad accelerare.
Mentre assistiamo a un incremento di ordini per navi alimentate ad ammoniaca o metanolo e ad alcuni ammodernamenti ai nuovi sistemi di propulsione, tra cui l’eolico, molte compagnie di navigazione continuano a esplorare opzioni per carburanti alternativi a basse emissioni di carbonio o tecnologie che migliorino l’efficienza. Inevitabilmente ci sarà un mix di carburanti alternativi adottati dagli armatori e non è ancora chiaro quali tra queste opzioni saranno introdotte più comunemente. In ogni caso i team di underwriter, liquidatori e Transport Risk Management (TRM) di Chubb sono pronti a sostenere il settore del trasporto marittimo nei suoi sforzi verso un futuro a emissioni zero.
Il presente documento è reso noto unicamente a fini informativi e non costituisce alcun tipo di consulenza o raccomandazione per individui o aziende relative ad alcun prodotto o servizio. Per maggiori dettagli sui termini e le caratteristiche del prodotto si prega pertanto di fare riferimento alle condizioni generali di assicurazione.
Chubb European Group SE, Sede legale: La Tour Carpe Diem, 31 Place des Corolles, Esplanade Nord, 92400 Courbevoie, Francia - Capitale sociale €896.176.662 i.v.- Rappresentanza generale per l'Italia: Via Fabio Filzi n. 29 - 20124 Milano - Tel. 02 27095.1 - Fax 02 27095.333 – P.I. e C.F. 04124720964 – R.E.A. n. 1728396 – Abilitata ad operare in Italia in regime di stabilimento con numero di iscrizione all’albo IVASS I.00156. L’attività in Italia è regolamentata dall'IVASS, con regimi normativi che potrebbero discostarsi da quelli francesi. Autorizzata con numero di registrazione 450 327 374 RCS Nanterre dall’Autorité de contrôle prudentiel et de résolution (ACPR) 4, Place de Budapest, CS 92459, 75436 PARIS CEDEX 09 RCS e soggetta alle norme del Codice delle Assicurazioni francese. info.italy@chubb.com - www.chubb.com/it
Siamo pronti a risponderti.